mercoledì 27 marzo 2013

Nominato!!! Essere VIB... Very Inspiring Blogger

La bacheca di Blogger notifica fedelmente l'inserimento di nuovi post nei blog che seguo e partendo da questo prezioso supporto inizio la mia quotidiana ricerca di notizie, storie e foto interessanti. Capita di perdersi qualcosa ed ogni tanto faccio un giro nei post dei giorni precedenti. E' stato così che alcuni giorni fa, per puro caso, ho scoperto che la Francy di Paciocchi di Francy mi aveva "nominato" nella lista dei suoi Very Inspiring Bogger. E'  stata una sorpresa e, non lo nascondo, anche un grandissimo piacere... sapere che il mio embrione di blog viene seguito da qualcuno, anche se non è aggiornato con cadenza fissa e con la costanza che forse meriterebbe, mi gratifica per il tempo e le energie che gli dedico.

Dunque... come prima cosa rigrazio la Francy per avermi nominato e vi invito a seguire il suo blog dove potrete trovare ottime ricette corredate da bellissime foto. Approfitto dell'occasione per un altro ringraziamento speciale, questa volta alla mia cara amica Enza di Thepinkcandy che tempo fa mi ha inserito fra i suoi 15 blog preferiti in una iniziativa analoga a questa [Blog Award Backlog] ma io, in un periodo in cui scrivevo pochissimo, non ho avuto occasione di ricambiare... spero di aver fatto ammenda con questa menzione speciale.

Il regolamento... questo è il regolamento cui deve sottostare chi, nominato, darà seguito all'iniziativa:

1) Copia e inserisci il premio in un post.
2) Ringrazia la persona che te l’ha assegnato e crea un link al suo blog.
3) Racconta 7 cose di te.
4) Nomina 15 blog a cui vuoi assegnare il premio e avvisali postando un commento nella loro bacheca.

I primi due punti sono stati svolti e passo al più difficile, raccontare sette cose di me...

1) La puntualità... quello che normalmente viene visto come un pregio rappresenta in realtà uno dei miei difetti. Sono talmente puntuale da presentarmi agli appuntamenti con mezz'ore di anticipo. Considerato che la maggior parte delle persone che frequento soffre di ritardo cronico, la combinazione delle due cose mi costringe spesso ad estenuanti attese con grande dispendio di tempo (tempo che avrei potuto spendere meglio). 

2) La passione... per la fotografia. E' grandissima ma, ahimè, non è accompagnata da altrettanto talento. Preferisco dunque raccontare le storie delle grandi foto e dei grandi fotografi che hanno costituito per me una continua fonte di ispirazione e, negli anni dei sogni nel cassetto, il miraggio cui ambire.

3) Lo sport... quando ho aperto il blog ho cercato la frase che meglio di tutte potesse raccontare il mio rapporto con l'attività fisica. Ho cercato articoli ed informazioni utili, notizie più o meno curiose capaci di avvalorare la mia tesi. In tutto questo processo di ricerca però alcuni dei capisaldi del mio antisport-pensiero hanno ceduto, ho iniziato a fare saltuariamente una moderata attività fisica ed il tema ispiratore di questo spazio è entrato in una fase di crisi di cui ancora non vedo la soluzione. Blog alla ricerca di una identità... forse anche due!

4) Viaggi... idealmente amerei viaggiare ed una buona parte della mia libreria è occupata da guide turistiche e libri/riviste di viaggio. Quando devo programmare le vacanze inizio mesi prima con un meticoloso lavoro di raccolta di documentazione, talvolta mi abbono ai quotidiani locali per immergermi a tutto tondo nel clima dei luoghi che visiterò.  Ho però un incubo ricorrente: ritrovarmi da solo nel mezzo di un gigantesco aereoporto, in una città dove nessuno conosce la mia lingua, circondato da cartelli pieni di incomprensibili ideogrammi. Due cose inconciliabili fra le quali devo districarmi alla continua ricerca di compromessi.

5) Film... il mio rapporto con i film è tutto particolare; per me dovrebbero essere il momento in cui si stacca dalla vita reale e si viene catapultati in un mondo ideale dove il buono vince, dove la malattia viene sconfitta, dove la giustizia trionfa. Spesso non è così e durante la visione dei film vengo sopraffatto dalle emozioni... ecco perchè preferisco guardarli da solo fra le mura di casa, nel comodo e sicuro rifugio del mio letto. Happy End  cercasi, se possibile!!!

6) Libri... nella mia vita ne ho acquistati tantissimi, purtroppo ne ho letto solo una minima parte. "Signor ministro, non potrebbe mandarmi in pensione con una ventina d'anni di anticipo affinchè io possa leggere i milioni di pagine che oggi appesantiscono passivamente la mia libreria?" 

7) I commenti nei blog... Lo ammetto, sono un frequentatore di blog un po' anomalo. Quando leggo qualcosa di interessante in un blog sono portato a commentare con passione, a volte scrivo più parole di quante ne contenga il post stesso. Interpreto la partecipazione ai blog come uno scambio di opinioni, come un modo per confrontarsi. Prediligo la qualità ed i contenuti agli sterili "ti seguo, seguimi..." di cui la rete è strapiena. Probabilmente rischio di essere noioso nei miei commenti, ma sono contento quando le mie sincere parole vengono apprezzate e danno luogo ad uno scambio di opinioni, ad un dialogo. Astenersi "ti seguo, seguimi..."!!!

Adesso il punto più difficile, elencare i miei 15 "Very Inspiring Blogger". Difficile perchè vorrei inserire tutti quelli che seguo quotidianamente, ma le regole sono le regole e quindi ecco alcuni di quelli che in qualche modo mi hanno dato di più negli ultimi tempi. L'ordine, a parte le prime due posizioni, è del tutto casuale:

Paciocchi di Francy
The Pink Candy
Sapori Di Elisa
Non si dice piacere
Ultimo tocco
La Bibu
The Travel Passion
Solluccheri di zucchero
Sabrina C fotografie
Il principe ranocchio
Due citti
La gatta col piatto che scotta
The travel eater
Vaniglia cooking
Dafne's corner

Ciascuno dei blog citati meriterebbe un intero capitolo di questo post ma, per non annoiare nessuno ed invogliarvi ad una visita sulle loro pagine, lascio una breve sintesi fatta di pensieri: troverete le ottime ricette e le belle fotografie di FrancyFrancesca e RossellaLe Interviste e le nozioni di base sulla Food Photography di ElisaLe lunghe chiacchierate di viaggi, moda e dintorni con EnzaGli interessanti approfondimenti della Bibu e le giornate col suo Bubi. Le regole di buone maniere raccontate con estrema simpatia in Non si dice piacereI coinvolgenti racconti di viaggio di Marina, meglio di molti libri e riviste di settore. Il buon gusto per la casa e l'arredamento di ValeriaI viaggi e le cronache di giornate turistico alimentari di CostanzaI consigli fotografici (e non...) di SabrinaLe ricette accompagnate da divagazioni a tutto tondo sul lifestyle di M4ryLe fantastiche torte di ClaudiaLa fantasia e l'originalità delle proposte di Duecitti e Lulù ed Anacleto


Ammetto una certa difficoltà nell'applicare il punto 4 in tutte le sue parti... Andare sui blog che seguo e scrivere "ehi, ti ho nominato, sei un VIB" mi crea un certo imbarazzo; non farlo però rischierebbe di privare uno dei quindici prescelti di questa piccola soddisfazione... vedrò come trovare un giusto compromesso.

Spero di non avervi annoiati :)
Flavio



sabato 9 marzo 2013

Giovanni Gastel e la fotografia


Negli ultimi giorni ho trovato un po' di tempo per riguardare un documentario ed alcune interviste al grande fotografo Giovanni Gastel. Le ho trovate illuminanti, estremamente ispiranti, ed ho pensato di metterle insieme e fornirvene un sunto. E' stato necessario un lungo lavoro di trascrizione a mano (play, pause, scrivi, play, pause, scrivi...) e di rielaborazione. Spero che il risultato del mix fra le testuali parole di Gastel e ed alcuni miei passaggi possa risultare interessante ed ispirante quanto lo è stato per me.

Giovanni Gastel nasce a Milano il 27 dicembre 1955, da Giuseppe Gastel e da Ida Visconti di Modrone, ultimo di sette figli. "Noi sette figli apparteniamo ad un insanguamento molto particolare, figli di una signora dell'altissima aristocrazia, i Visconti di Modrone più gli Erba. La madre è una Erba, quindi i tantissimi soldi dell'industria farmaceutica. Mio padre invece una adorata persona che però veniva da una famiglia più normale. Il poter vivere in questi posti che appartenevano alla famiglia Visconti o alla famiglia Erba, queste meravigliose ville, vedere quadri straordinari è stato estremamente formativo"L'influenza dell'ambiente e delle persone che lo circondano fin dall'infanzia condiziona il suo modo di lavorare e Gastel andrà sempre cercando quei modelli di bellezza ed eleganza nelle sue fotografie. 

"Io non volevo fare il fotografo nella mia vita, in realtà io avrei pensato di fare il poeta. Poi ho avuto una fidanzata che mi ha molto molto forzato perchè trovava che avevo talento nella fotografia e mi ha fatto un grande regalo. Certamente se non avessi fatto il fotografo avrei tentato di fare il poeta di professione. Mi piace, continuo a scrivere e la poesia è un grande amore della mia vita. Trovo anche dei paralleli tra fotografia e poesia come tra romanzo e cinema, sono mondi abbastanza paralleli. La sintesi ed il rigore che c'è nella poesia lo ritrovo anche nella fotografia."
"Io ho cominciato negli anni settanta quando la moda italiana non c'era. Ho cominciato nel '76 a fare gavetta. Nel frattempo, mentre mi preparavo, è nato il made in Italy che mi ha subito imbarcato, per fortuna, ed è stata la più grande fortuna storica della mia vita. Ovviamente dai primi anni ottanta, da quando è scoppiato il made in Italy ad oggi si sono alternate letture del mondo della moda infinitamente diverse; è anche il gran divertimento di questo mestiere, tu adatti la tua creatività al mondo che cambia, il mondo sfila davanti alla tua macchina fotografica con le sue variazioni e tu devi trovarne un eco dentro di te."

Una delle cose che colpiscono ascoltando le interviste di Gastel è l'utilizzo della parola fortuna. La menziona più volte, spesso dice di aver avuto fortuna per via delle  sue origini aristocratiche e per essersi trovato nel posto giusto, al momento giusto, a fare la cosa giusta. La fortuna   è qualcosa  che incroci e che devi saper cogliere. "L'essere nipote di Lucchino Visconti è stata una grande lezione. Naturalmente quando si è all'ombra di un gigante così bisogna imparare tanto. Più che imparare dalle opere che sono straordinarie  ma sono il frutto della sua creatività si impara il metodo. Visconti aveva una enorme serietà, una preparazione assoluta, una immersione nel lavoto totale, aveva un modo di gestire il tempo completamente dentro il prodotto che doveva dare. Questa grande serietà è stata di esempio per tutta la mia vita. Poi l'essere parente ti apre certamente qualche porta... poi te la chiude anche, ti danno forse una prima opportunità  e poi è difficile che ti danno la seconda, per cui la prima devi coglierla al volo, per cui se tu hai qualcosa da dire aiuta, se non hai niente da dire non serve a niente neanche essere parenti di nessuno."

Parlando delle persone che hanno influenzato la sua vita, Gastel menziona i grandi nomi del made in Italy, Armani, Capucci, "Versace è forse il più geniale di tutti quelli che ho incontrato. Mi diceva divertiti, stupiscimi, fai una cosa che non mi aspetto". "Il lavoro della moda è un lavoro di equilibrio tra la forza della committenza ed il tuo stile personale; si tratta di trovare una sorta di mediazione, non è la mia espressione pura, io devo entrare nella testa delle grandi aziende che mi affidano il loro marchio, cercare di capirlo e trovare dentro il mio stile personale delle rispondenze a questo input". Nel mondo della moda ci sono gli stilisti, ma anche le modelle. Gastel racconta che nei casting cerca qualcosa che vada oltre la bellezza, cerca anche l'anima perchè se non c'è anima, se negli occhi della modella non c'è nulla, con la tua fotografia le passi attraverso e vedi il fondale.  "Forse la modella che mi ha stupito di più è Linda Evangelista che ho cominciato a fotografare quando era giovanissima, è arrivata a diciotto anni a Milano, negli anni ottanta, e si capiva che era destinata a diventare una star assoluta, già a diciotto anni. Una donna piena di personalità ed un anmale da fotografia. Tra l'altro io non capivo perchè, le prime volte che la fotografavo, non le parlavo e lei faceva esattamente le espressioni che avevo in mente.  Allora gliel'ho chiesto e lei mi ha risposto - è facilissimo, io guardo le facce che fai tu di fianco alla macchina fotografica e le rifaccio - E' geniale, lei riusciva a entrare nella testa dei fotografi e ad essere come tu la volevi, anche senza molte parole".

In merito alla fotografia digitale, che molti della sua generazione definiscono come la morte della fotografia, Gastel ha un'idea diversa. "Ho sempre cercato di miscelare nela mia fotografia qualcosa di storico e qualcosa di avvenieristico. Ho sempre lavorato con grandi formati, la fotografia un po' del Far West,  proprio telo nero e soffietto, però applicata allo sviluppo Polaroid che era una tecnologia avvenieristica. Adesso tutto questo universo sta finendo, la fotografia si rinnova con l'ingresso del digitale. Io, finchè mi è concesso, lavorerò con apparecchiature di tipo analogico e non digitale, però contemporaneamente sto molto studiando la fotografia digitale nel senso che è sicuramente il futuro ed è molto stimolante, nel senso che sta nascendo una fotografia che è nuova, completamente nuova. Quello che penso è che non bisogna ostinarsi a fare le fotografie di una volta con le tecnologie nuove, bisogna cercare una nuova fotografia. Da un certo punto di vista il movimento fotografico non è mai stato così vivo come adesso e ne sono molto felice." 

Nella fotografia, anche per via dell'evoluzione del mondo della comunicazione, della rete, sembra che tutto sia stato già inventato e che tutti abbiano visto tutto. E' interessante la chiave di lettura di Gastel su questo argomento, su come a suo avviso un giovane fotografo possa ancora fare qualcosa di nuovo e diventare un bravo fotografo. "Penso che per chi fa un mestiere creativo il passato non deve esistere. Tu devi giocarti la tua chance quel giorno li, su quel lavoro li, come se non ci fosse niente prima e niente dopo. E' l'unica volta in cui puoi dimostrare di essere un grande fotografo, di avere una visione del mondo e anche del prodotto. Se tu riesci a fare questo tutti i giorni, l'emozione c'è sempre e ti rinnovi continuamente". "Quasi tutti terrorizzano i giovani dicendo che il mondo è terribile, che non ci sarà mai possibilità di lavoro, ma tutto ciò non è vero. La fotografia per esempio è una grande madre e per chi apporta una lieve variazione alla norma c'è sempre spazio, ci sarà sempre... non grandi rivoluzioni che non sono in grado di fare, ma piccoli spostamenti. Quello che mi preoccupa un po' dei giovani è che spesso arrivano ad un livello che è quello dei professionisti affermati e pensano di essere arrivati... invece il lavoro comincia da li, bisogna spostare un millimetro, un centimetro avanti l'offerta. Bisogna dare a chi vede il tuo prodotto di dire -beh, questa  cosa non c'era -  ed a quel punto il lavoro c'è, c'è in giro per il mondo e si può vivere tranquillamente di fotografia. E' faticoso trovare una variazione, doloroso anche, ma quella è la differenza tra un buon fotografo ed uno normale".

Una delle cose su cui Gastel ama soffermarsi è lo stile, in questo caso lo stile del fotografo, qualcosa che si ha e che evolve con il fotografo stesso. "Io penso che lo stile sia un lavoro a togliere, a ripulire. Uso sempre meno, sempre meno luci, sempre meno fondali, sempre meno ambientazioni. Da ragazzo cerchi di mettere idee su idee su idee su idee, poi piano piano cominci a togliere, a togliere, a ripulire; quello che resta è la tua visione. Io penso che la fotografia non parli della realtà ma ne disegni una parallela, che è la mia realtà. Io racconto un po' il mondo come mi piacerebbe che fosse, e questa è una grande libertà che da il mio mestiere, è formidabile."





Le interviste che ho ascoltato sono realizzate in tempi diversi, le prima anni fa, l'ultimadi recente. Eppure la freschezza delle sue parole è sempre la stessa, così come l'entusiasmo nel raccontare il suo utopico progetto finale e nel descrivere il bello della fotografia. "Io dico sempre che il mio punto di arrivo finale sarà quello di fotografare il nulla ma capire che l'ho fotografato io, questo è il progetto finale. Però quello che mi pace di questo mestiere  è che la sera sono sempre un po' deluso di quello che ho fatto ma ogni mattina ho una nuova possibilità per provare a fare la foto perfetta, quella che mi darà la pace; oggi non sono riuscito ma domani mattina ci riprovo. In questa continua possibilità che offre il mio lavoro c'è questo bellissimo e utopico raggiungimento della perfezione. Questo è meraviglioso, credo che sia uno dei pochi mestieri che lo concedono".