martedì 19 giugno 2012

Fotografia in vacanza



 La fotografia in vacanza è qualcosa che non mi è proprio congeniale. Migliaia di fotografie scattate con grande entusiasmo negli ultimi anni e puntualmente riviste con delusione al computer al rientro dalle vacanze mi hanno convinto di questo.

Quando ci si trova in un luogo lo si "assapora" sfruttando tutti i sensi, sentendosi totalmente immersi in esso e coinvolti da suoni ed odori, lo si naviga in tempo reale ruotando lo sguardo oppure assistendo immobili a ciò che si muove attorno a noi. Vorremmo, nei nostri scatti, poter catturare tutto ciò. La minuzia con cui componiamo l'immagine, l'entusiasmo del momento in cui sentiamo il click ci convincono che questo sia possibile. Solo la successiva visione delle foto, a distanza di giorni, ci mette di fronte alla nuda realtà, alla impossibilità di ritrovare nelle nostre foto tutto quell'insieme di sensazioni vissute al momento del click.

Quando guardiamo le foto di viaggio scattate da altre persone invece ci troviamo ad esclamare "che bella, stupenda", anche per alcune immagini che di straordinario non hanno nulla. Stiamo guardando la loro visione di quella scena, le nostre sensazioni di osservatori non sono viziate da preconcetti... non abbiamo vissuto l'attimo del click come l'autore e siamo liberi di immaginare suoni, odori, di ricreare nella nostra mente una realtà perfettamente aderente alla fotografia appena vista.

Ho usato il plurale per descrivere la mia esperienza ma, discutendone con amici e conoscenti, ho raccolto spesso sensazioni simili alla mia.


Da qui la domanda: perchè spendere un sacco di tempo ed energie per scattare fotografie che poi non mi soddisfano, per catturare immagini verosimili ma non aderenti a ciò che ho realmente vissuto al momento del click? Per rispondermi è stato sufficiente ripensare alle ultime vacanze o "gite fuori porta", al piacere che ho provato nel lasciare a casa la costosa attrezzatura reflex preferendo la ben più modesta Olympus PEN), smettendo di ricercare inquadrature spettacolari e scattando in modo più istintivo, pensando solo a portare a casa la foto ricordo.

Estremizzando questo concetto, durante l'ultima vacanza voluto provare qualcosa di nuovo - almeno per me - e mi sono affidato al cellulare ed all'odiato Instagram. I risultati non sono stati malvagi; immagini così distanti dalla realtà che, nel momento in cui le riguardo, mi costringono a ripensare a quei momenti, a cercare nella mia memoria i rumori e gli odori presenti sulla scena, a ripercorrere i movimenti di ciò che mi circondava al momento del click.

L'odiato Instagram, utilizzato come forma di espressione e non come strumento per sentirsi "alla moda" ed allineati al trend del momento, può rivelarsi una soluzione interessante per quei fotografi che in vacanza vanno in crisi d'identità... fotografica, si intende.