sabato 23 febbraio 2013

Gian Paolo Barbieri


Il periodo in cui la mia passione per la fotografia è cresciuta in modo esponenziale ha coinciso con quello delle grandissime top model (Helena Christensen, Claudia Schiffer, Eva Herzigova, Linda Evangelista, per citarne alcune), di una Milano cuore pulsante della moda mondiale, del leggendario Saint Andrews dove potevi consumare una colazione gomito a gomito con i più famosi personaggi legati alla moda ed al fashion. Questo mi ha fatto ovviamente appassionare a questo mondo e, di riflesso, alla fotografia di moda.

Audrey-Hepburn per Valentino - Vogue Italia 1969
Non si può pensare alla fotografia di moda senza parlare di Gian Paolo Barbieri, colui che nel 1978 fu indicato dalla rivista "Stern" come uno dei quattordici autori che hanno fatto la storia della fotografia della moda.

Barbieri è nato a Milano nel 1938, in una famiglia di grossisti di tessuti; proprio l'ambiente in cui ha vissuto la sua gioventù ha contribuito alla formazione di competenze che gli saranno poi utili nella fotografia della moda.  Si avvicina alla fotografia da autodidatta, spinto da quella grandissima passione per il cinema che lo porta in giovane età a Roma, negli anni della Dolce Vita. Qui gli si offre l'opportunità di fotografare aspiranti divi dimostrando il suo grandissimo talento nella fotografia di moda, settore in quegli anni piuttosto marginale a causa della mancanza di riviste specializzate nel settore; egli stesso ammette candidamente “Io allora non sapevo neanche che cosa fosse la moda. A quei tempi non c’erano i giornali di moda in Italia, ma solo piccole riviste con cartamodelli". 

Si trasferisce a Parigi per fare da assistente a Tom Kublin, fotografo di Harper’s Bazaar; questi però muore dopo meno di un mese e Barbieri capisce che  è il momento giusto per sfruttare il proprio talendo iniziando così l'avventura con un piccolo studio fotografico a Milano. Vogue Italia si accorge di questo misto di determinazione, bravura e talento e nel 1965 decide di affidare a lui la copertina del suo primo numero. Con questo autrevole biglietto da visita inizia la grande avventura di Barbieri nella fotografia della moda e numerosi servizi gli vengono affidati da alcune delle più prestigiose firme del made in Italy, stilisti del calibro di Valentino, Armani, Versace, Yves Saint-Laurent, Ferrè.

Si potrebbe raccontare molto altro ma preferisco che a parlare siano alcune delle sue foto che ritengo più belle

Vogue Italia -1981

Jolande


Mariolina della Gatta

venerdì 1 febbraio 2013


Può una fotografia cambiare la vita di due persone?

Mi è capitato di discutere di questo tema quando, dopo aver visitato la mostra fotografica di Steve McCurry con un gruppo di amici, molti di ni sono stati pervasi da un certo senso di frustrazione (fotografica, meglio precisarlo). Domande tipo "ma in quei posti forse anche io avrei potuto..." o frasi tipo "ma a me occasioni così non capiteranno mai..." hanno iniziato a circolare fra di noi dandomi lo spunto per alcune riflessioni. Non mi dilungo su queste ma approfitto dell'occasione per raccontare qualcosa su un grandissimo fotografo, Herb Ritts, e sulla storia di una fotografia capace di influenzare il destino di due persone.

Herbert Ritts, figlio di un facoltoso imprenditore nel campo della mobilia e di una interior designer, nacque nella periferia di Los Angeles il 13 agosto del 1952. Studiò economia e storia dell'arte presso il Bard College di New York per poi tornare ad aiutare il padre nelle sue aziende. In questi anni maturò un sincero interesse per il mondo della fotografia ed iniziò ad approfondire questa materia iscrivendosi ad alcuni corsi serali. Crescendo nelle vicinanze di Hollywood ebbe la fortuna di incontrare e frequentare personaggi noti del cinema e giovani aspiranti attori: Steve McQueen era suo vicino di casa, il giovanissimo ed allora sconosciuto Richard Gere un suo caro amico. Da qui una delle caratteristiche che contribuirono al suo successo, il saper instaurare con le celebrità un certo tipo di rapporto, il saperle tranquillizzare davanti al suo obiettivo facendosi asecondare nelle sue richieste.

La prima grande occasione fotografica si presentò a Ritts nel 1977 durante un viaggio in auto attraverso il deserto insieme all'amico Richard Gere. Nei pressi di San Bernardino i due furono costretti a fermarsi a causa di una foratura. Gere, jeans e canottiera bianca, sigaretta in bocca, sostituiva la ruota e Ritts approfittò per scattare alcune fotografie. Tempo dopo queste fotografie vennero utilizzate per promuovere il film American Gigolò e vennero pubblicate nello stesso mese da riviste come Mademoiselle, Vogue ed Esquire. La forza di questi scatti contribuì a creare l'immagine di Gere e procurò a Ritts diverse importanti offerte di lavoro. Nel 1981 fotografò Brooke Shields e le foto furono giudicate talmente belle da meritare la copertina di ottobre della rivista Elle. Nello stesso anno fotografò Olivia NEwton-John per la copertina dell'album Physical e cinque anni dopo replicò lo stesso scatto con Madonna come protagonista, per la copertina dell'album True Blue.

Molti ritengono che Ritts abbia rivoluzionato la fotografia di moda aprendosi a foto di nudo di buon gusto e non volgari, creando attorno ai suoi soggetti il "mito di sex symbol". Influenzato dagli dagli studi sulla storia dell'arte è stato capace di ispirarsi alle sculture greche trasferendo quei concetti sui suoi modelli statuari da scolpire ulteriormente con la luce. E' stato uno dei primi a fotografare uomini gay e realizzare scatti con due uomini ed in questo modo ha potuto aprire provocatoriamente la strada a tante soluzioni che vediamo oggi applicate alla fotografia nel campo della moda. Alla prematura scomparsa, avvenuta nel 2002 all'età di soli cinquant'anni a seguito delle complicanze di una polmonite, sopravvivono le splendide fotografie scattate durante l'arco della sua carriera.


Questo delirio per arrivare ad una morale: non bisogna mai spegnere i propri sogni (in questo caso fotografici) bensì alimentarli perchè un giorno o l'altro il destino potrebbe metterci lo zampino e... forse quella foto scattata alla vicina di casa o all'amico durante una gita occasionale...


Helena Christensen 

Versace Dress, El Mirage, 1990

Naomi Campbell 

Naomi Campbell

Christy Turlington 

Djimon with Octopus 

Dizzy Gillespie